Cos’è la Caricatura
(Definendo una definizione)
Secondo la versione online di Treccani, la caricatura è definita come ‘ritratto che, senza abolire la rassomiglianza con la persona, ne accentua in modo ridicolo o satirico i tratti caratteristici’.
Definizione corretta ma limitante e poco esaustiva.
Sempre la Treccani la descrive, ancora, come una ‘imitazione maldestra’, quindi l’opera di un inetto? O ancora, più genericamente, una ‘esagerazione di proporzioni, rispetto alla realtà o alla normalità, che susciti un senso di ridicolo.’
Ancora la parola ridicolo!
Come se lo scopo finale della caricatura fosse solo il prendere in giro il soggetto ritratto.
Non mi soddisfa!
Se penso alle caricature di Bruno Prosdocimi, non vedo prese in giro ma ritratti ricchi di stile, dove anche il più orbo degli osservatori può riconoscere le peculiari caratteristiche del soggetto.
Mi reco allora in biblioteca dove trovo:
Storia della caricatura di Enrico Gianeri (GEC).
Secondo GEC, la caricatura nacque molti millenni prima che nascesse un termine per definirla. prima di allora veniva indicata come ‘grottesco’, ‘esagerazione’, ‘pittura di costumi’, ‘simbolo’ o ‘satira’. Il termine Caricatura, così come lo intendiamo oggi oggi fu usato la prima volta da Atanasio Mosini nel 1646, per indicare le teste dei fratelli Carracci, definendole ‘ritrattini carichi’.
Trovo bellissima la definizione ‘pittura di costumi’, cioè la descrizione di un mondo visto e raccontato da uno scrupoloso osservatore.
Il nome stesso dovrebbe essere la miglior definizione esistente: caricatura, ritrattini carichi, quindi enfatici, non necessariamente ridicoli.
Umberto Eco, in Storia della bruttezza, ricorda che ‘non è sempre intesa a denunciare una bruttezza ‘interiore’ bensì a mettere in luce caratteristiche fisiche e intellettuali o comportamenti che rendono il caricaturato amabile e simpatico’.

Ecco, ora ci siamo!
La caricatura non è solo un mezzo per ridicolizzare; non rappresenta solo il brutto e deplorevole ma anche il bello e degno di lode e, nel farlo, non predilige un mezzo rispetto all’altro, la caricatura infatti è disegno, pittura, scultura, scrittura, recitazione, tanto altro.
Gli unici elementi costanti sono l’ironia, la capacità di osservazione e soprattutto l’enfasi.
La si può quindi definire come l’arte dell’esagerazione ironica, della comicità enfatica.
Personalmente, mi piace chiamarla Arte Buffa.
Bibliografia:
Enrico Gianeri – “Storia della caricatura” – edizione Omnia, 1959;
Umberto Eco – “Storia della bruttezza” – edizione Bompiani, 2007.